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Ipnosi

Nell’ultimo mezzo secolo, numerose teorie si sono succedute nel tentativo di spiegare la realtà ipnotica. Pur con differenti punti di vista, molte di queste teorie hanno in comune alcuni elementi:

a) lo stato modificato di coscienza;

b) il restringimento del campo di realtà con attenzione focalizzata e selettiva;

c) la suscettibilità.

Durante la trance ipnotica è possibile che nel soggetto si verifichino una serie di cambiamenti a livello fisico, quali:  modificazioni oculari (modificazioni pupillari con sguardo fisso e/o defocalizzazione, lacrimazione, ecc), rallentamento della respirazione e del polso, diminuzione della pressione arteriosa, ritardo dei riflessi  (deglutizione e ammiccamento), variazioni nella tonicità muscolare,  economia nei movimenti  (movimento lento, automatico; diminuzione dei movimenti di orientamento), sentimento di distacco, sensazione di benessere e rilassamento.

Numerosi studi hanno evidenziato la “realtà” dell’ipnosi come stato di coscienza speciale, diverso dalla veglia, dal sonno ecc., caratterizzato da una peculiare attività cerebrale.

Nella prima fase (induzione), in cui l’ipnotista induce la trance mediante una serie di manovre, si verifica un primo cambiamento dello stato di coscienza. L’EEG (Elettroencefalogramma) evidenzia, infatti, il passaggio da una prevalenza delle onde beta, che caratterizzano la veglia e gli stati di vigilanza e di allerta, ad una maggiore presenza delle onde alfa (più lente), tipiche dello stato di rilassamento e di distacco dagli stimoli esterni. Ciò comporta, inoltre, il rallentamento di altre attività come il respiro e il ritmo cardiaco. È importante sottolineare che l’invito al rilassamento somatico è solo uno dei molti modi per indurre la trance e che può essere inteso come manovra induttiva tutto ciò che comporta la focalizzazione all’interno e sulla voce dell’ipnotista (diversamente da quanto avviene durante il sonno, in cui non si è in comunicazione con la realtà esterna, se non in risposta a stimoli intensi).

La fase centrale, quella di trance vera e propria, si manifesta con un predominio delle onde theta, man mano che aumenta la focalizzazione dell’attenzione. Queste onde sono tipiche della fase cosiddetta ipnagogica, quella cioè, che precede il sogno. Lo stato ipnagogico, di norma vissuto passivamente e fugacemente, nell’ipnosi terapeutica viene, invece, mantenuto per tutta la durata della seduta e utilizzato ai fini dell’obiettivo prefissato.

A prescindere dal lavoro terapeutico che può essere effettuato in ipnosi, la trance ipnotica si può considerare curativa di per sé. Molte ricerche evidenziano infatti, i numerosi effetti che  essa comporta. Tra i tanti, emersi possiamo annoverare: allineamento ed equilibrio dei ritmi biologici (respiro, battito cardiaco, pressione arteriosa); inibizione degli ormoni surrenalici dello stress e del glutammato (azione anti-neurotossica); modulazione delle emozioni, e, integrando memoria e apprendimento (corteccia frontale e prefrontale, ippocampo, limbico e ipotalamo), attivazione delle nuove vie neuro peptidiche (endorfine, encefaline, colecistochinina). Ciò comporta un miglior funzionamento del sistema immunitario, la riduzione dei processi infiammatori, il miglior controllo del tasso di zuccheri nel sangue.

 L'individuo in ipnosi vive la destrutturazione del suo stato di coscienza, lo schema del corpo può alterarsi diventando evanescente e spesso si presentano fantasie e immagini fugaci.

 Tra i fenomeni che si possono produrre spontaneamente o indurre, in stato di trance, ci sono:

  • Regressione o avanzamento di età

  • Amnesia

  • Analgesia

  • Anestesia

  • Comportamento automatico

  • Dissociazione

  • Catalessi

  • Allucinazione

  • Ipermnesia

  • Identificazione

  • Risposte Ideomotorie

  • Risposte Ideosensorie

  • Suggestione post-ipnotica

  • Distorsione del tempo

In ipnoterapia è importante la responsività, poiché è questa che consente all’ipnotista, di cogliere i segnali fisiologici di una trance, e utilizzare un linguaggio metaforico-allegorico che consenta, non tanto di indurre qualcosa nella mente del paziente, quanto di evocare ricordi, amnesia ed altri fenomeni ipnotici in quanto questi si trovano già nella persona. Si possono quindi creare delle "realtà ipnotiche" dove l'individuo, attingendo alle sue risorse profonde e agli "apprendimenti esperienziali", potrà sperimentare nuove esperienze e sviluppare nuove associazioni. L’immaginazione è più potente della conoscenza quando operiamo con la mente.

L’ipnosi rappresenta una via d’accesso naturale all’inconscio e costituisce quindi un valido ed efficace mezzo per liberare risorse e potenziali nascosti, dimenticati o scarsamente sfruttati. Ciascuna idea accompagnata da una forte carica emotiva solitamente non può esser modificata attraverso l’uso della ragione.

Ogni pensiero o idea causa una reazione fisica. I pensieri influenzano le funzioni corporee. Le preoccupazioni scatenano il rilascio degli acidi gastrici che possono dar luogo ad ulcere; la rabbia induce un aumento dell’adrenalina, paura ed ansia accelerano il battito cardiaco. Le idee ad alto contenuto emotivo raggiungono la mente subconscia e, una volta accettate, continuano a produrre le medesime reazioni corporee più e più volte. Al fine di silenziare o modificare le risposte fisiche negative croniche, bisogna arrivare al subconscio e cambiare l’idea scatenante la reazione.

Si è evidenziato, tramite la PET, che le realtà prodotte in ipnosi sono virtuali solo sino a un certo punto, poiché i soggetti a cui si suggeriva di pensare di correre su un prato, attivavano i medesimi percorsi neuronali di una "vera corsa”. Un esempio utile a chiarire meglio questo concetto è quello fornito da molti, noti campioni sportivi che si allenano mentalmente ripetendo ogni movimento e immaginandosi completamente la scena della gara tramite tutti i sistemi sensoriali.
Questa è la stessa tecnica che permise all'ipnoterapista Milton Erickson di riabilitarsi.

 

 

 

IPNOSI ERICKSONIANA

 

Contrariamente a quanto si possa pensare, il processo ipnotico non presenta in realtà niente di magico o soprannaturale. Milton Hyland Erickson (1901-1980), il famoso psichiatra fondatore dell’ipnosi moderna (non direttiva o Ericksoniana) lo definisce come un fenomeno frequente, una condizione naturale che si verifica spontaneamente, in diversi momenti della vita quotidiana (Common everyday trance, Haley 1978) e che può essere indotta nel pieno rispetto delle esigenze e delle capacità della persona. E’ un’esperienza che si sperimenta, ad esempio, quando si è assorti in un’attività come leggere un libro, guardare un film, guidare l’auto, sostenere una conversazione e distaccarsi anche se per brevi istanti dalla realtà esterna, oggettiva, per vivere e focalizzarsi su una realtà interna soggettiva. Erickson si interessò in particolare ai metodi naturalistici (senza induzione formale), che lo portarono ad utilizzare l’ipnosi in modo creativo, non più cioè come una serie di rituali standard ma come un particolare stile comunicativo e una particolare “situazione comunicativa relazionale” (Jay Haley). Al di là di quello che si potrebbe pensare nell’immaginario comune la trance ipnotica non necessita quindi che la persona si sdrai e chiuda gli occhi ma può essere sviluppata anche in una normale “conversazione” psicoterapeutica.

Secondo lo schema classico di Erickson e Rossi il procedimento ipnotico passerebbe attraverso queste fasi:

1. Fissazione dell'attenzione.

2. Depotenziamento degli abituali schemi di riferimento e sistemi di credenze.

3. Ricerca inconscia.

4. Processo inconscio.

5. Risposta ipnotica.

Nella ipnosi ericksoniana il particolare tipo di relazione che si sviluppa tra ipnotista e paziente (dal momento dell’induzione fino a quello finale del riorientamento) è definito rapport; la sua peculiarità è di essere uno stato modificato di coscienza di tipo relazionale (auto-eteroindotto) che raccoglie le caratteristiche comuni delle relazioni trasformative (quali, ad es. quelle relative ai sistemi di attaccamento e accudimento) concentrandole nel tempo.

 

La Banyai (1987) ha dimostrato, tramite la misurazione di tracciati EEG, EMG, ecc e mediante la registrazione di esperienze soggettive sia dell’ipnotista che dell’ipnotizzato, come in ipnosi si sviluppi un fenomeno noto come “sincronia interattiva”: la trance ipnotica è sempre reciproca poiché quella sviluppata dall’ipnotista precede e induce, ad un livello non verbale, la trance del soggetto. L’ipnosi consiste nella creazione di un campo di significati condivisi, che si traduce spesso in un senso di profonda comprensione reciproca, in cui l’ipnotista focalizza la sua attenzione verso il paziente, facilitando in questi la focalizzazione e l’assorbimento verso sé stesso. Questa modificazione relazionale della coscienza spinge ad una prevalenza di attività inconsce congiunte e ad aumentare la responsività reciproca. 

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