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Psicoterapia Ericksoniana

IL MODELLO ERICKSONIANO

 

La terapia ericksoniana fonda le sue radici nel dott. Milton Erickson (1901-1980), psichiatra e psicoterapeuta americano che non solo ha segnato la nascita della nuova ipnosi, ma che divenne famoso anche per aver introdotto strategie e tecniche insolite ed innovative nella risoluzione delle problematiche portate dai pazienti.

Erickson riteneva che la persona possiede già in se’ tutte le risorse necessarie, sta male perché non riesce ad usarle nella situazione disfunzionale e le relega solo a determinati contesti.

Quello che fa un terapeuta ericksoniano è rintracciare tali risorse e mostrare al paziente stesso come attingere da queste, in modo tale da renderlo autonomo, permettendogli di non sviluppare una dipendenza nei confronti del suo terapeuta, col quale avrà allestito congiuntamente in precedenza quella cassetta degli attrezzi dove poter ripescare il giusto arnese allorquando si presenteranno o ripresenteranno imprevisti cui far fronte.

Erickson era convinto che lo stato naturale di un essere umano fosse quello di essere “sano, ricco e saggio” e di vivere la vita come un evento gioioso ed è per questo che ispirava le persone a combattere e raggiungere i loro personali vertici di completezza. Egli divenne uno dei più grandi guaritori del ‘900, spinto da una visione positiva dell’essere umano e dall’utilizzo delle sue capacità creative.

Ogni persona può diventare tutto quello che è capace di essere, ma talvolta finisce in situazioni nelle quali emergono ostacoli (causati da un apprendimento difettoso o incompleto) che impediscono tale realizzazione naturale. Obiettivo della psicoterapia è dunque di aiutare ciascuna persona a superare i propri ostacoli avvalendosi di tecniche creative, personalizzate e cucite addosso come un vestito che possa calzare perfettamente e comodamente e permettendo a ciascuno di raggiungere la vetta più alta del proprio essere, il proprio Squaw Peak interno!

Lo scopo è quello di accedere al potenziale inconscio e alla capacità naturale di apprendere del cliente, depotenziando al contempo i suoi schemi limitanti. (Milton H. Erickson - Ernest L. Rossi, Ipnoterapia, Astrolabio, Roma 1982, p. 10)

L’ipnosi moderna ericksoniana, nota come ipnosi naturalistica, è un canale preferenziale per arrivare alle risorse inconsce con tempi di gran lunga più brevi rispetto a quelli di tante altre forme di psicoterapia, e non è necessario un rituale specifico, strano o complicato per indurla, in quanto esiste di fatto in un gran numero di situazioni della vita quotidiana.

Come puntualmente spiegato ne “La supervisione della nuova ipnosi” (Casilli, Ducci, ed. Franco Angeli), i costrutti che riassumono gli aspetti metapsicologici del modello ericksoniano, sono:

  • Unicità e integrità. Ogni individuo è unico e possiede le sue peculiari capacità e caratteristiche ed il rispetto di tale unicità è il caposaldo dell’approccio alla terapia ericksoniana. Allo stesso modo viene dato valore al concetto di integrità, intesa come il non essere rotti, ma interi, completi ed avere, dunque, una visione del paziente che non sia sinonimo di “essere patologico”;

  • Rapport. Costituito da quella peculiare relazione che si crea durante la trance ipnotica tra le due parti protagoniste e che è essa stessa uno stato modificato della coscienza, caratterizzato da una “attentività responsiva”;

  • Utilizzazione. In tale contesto “utilizzare vuol dire partire dalla cornice di riferimento del paziente, dalle lenti attraverso le quali guarda e costruisce la realtà, per consentirgli nuove narrative, nuove associazioni, e nuove evocazioni”. L’ipnoterapeuta, quindi, utilizza gli strumenti, il vissuto, la storia ed in generale tutto ciò che il paziente gli porta, costruendo interventi unici e specifici, e non standardizzati;

  • Primato dell’ipnosi. L’ipnosi è considerata uno stato particolare della coscienza e di conseguenza ha a che fare con gli aspetti di dissociazione e discontinuità e con alcuni cambiamenti che avvengono rispetto al controllo, alla selezione ed all’integrazione di alcune percezioni. Il restringimento di tali percezioni consente, paradossalmente, di far largo a tutte quelle percezioni che normalmente escludiamo e di renderle accessibili ed utilizzabili.

 

 

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